giovedì 29 marzo 2012

Yoga per i bimbi

Yoga per i Bimbi!

8 lezioni di 90 min. + 4 di 'Psicologia dell'età evolutiva'
Il III anno (prima Magistero)

Qui  troverai  tutto sulle 16 ore di lezione

(di cui 4 di Psicologia dello sviluppo)



Venerdì 9 Marzo alle 16,45 è partito al Centro ‘Lago Sereno’ di Cuneo

il progetto pilota del primo

Corso di YOGA PER I BIMBI!

 Oggetto: insegnamento dello Yoga a bambini normodotati di età prescolare (e… se il progetto avrà successo, anche scolare da Ottobre).

 Finalità: stimolare una crescita integrale della personalità e delle potenzialità insite in ciascun partecipante.

Insegnanti: Mariangela Viale e Tamara Menardo, diplomate a Milano dalla Federaz. It. Yoga e specializzate con master in ‘Yoga Educational’ a Bologna per l’insegnamento dello Yoga nella Scuola.

sul perché Yoga ai bimbi clicca qui


Ecco il nostro progetto dello

YOGA DELL’AMICIZIA

Non so se conoscete l’INDIGO CHILD MOVEMENT, nato dieci anni fa negli States e poi radicatosi in Germania due anni più tardi… beh, vorremmo proprio partire da questa splendida idea ed esperienza dei ‘bambini indaco’ che ho conosciuto nel 2002 alla scuola di Bologna grazie ad una delle nostre insegnanti, Ulrike Luedke di Dusseldorf.

Questo movimento nasce dalla consapevolezza di un disagio (che sfocia poi in aggressività, iperattività, difficoltà a concentrarsi, oppure noia, distrazione… infine nella formazione di bimbi e poi adolescenti ‘difficili’, disadattati eppure di base molto dotati) non ancora evidenziato nelle generazioni di bimbi precedenti a questa dell’indaco: un disagio spirituale! Essi non sono in grado di vivere il loro potenziale spirituale! Il nostro primo scopo come insegnanti di Yoga nella scuola elementare è dunque quello di nutrire il potenziale spirituale (e, come vedremo, coltivare l’intelligenza, l’intelletto prima della ‘ratio’ da costruirsi più avanti e forse solo di conseguenza a questa prima formazione) dei bambini. “L’educazione è la manifestazione della divinità nel bambino”, dice Satyananda, fuori da ogni struttura religiosa.

Si tratterà di sviluppare una pedagogia yogica che riconosca il potenziale spirituale dei bambini, che lo accetti, lo rispetti e lo integri nella totalità della loro personalità.

I componenti di questa paideia dello Yoga (insegnamento dello Yoga + educazione Yoga:  per renderli belli e buoni) sono principalmente tre:

  • Il bambino
  • L’ambiente esterno (la società: innanzitutto i genitori e poi gli insegnanti)
  • Om, al centro, il nostro scopo

L’educazione yogica si basa sul principio della Bhakthi, dell’amore e della non violenza. Sia l’insegnamento che l’educazione sono basati sulla comprensione.



SETTING dello YOGA dell’AMICIZIA

Definiamo ‘setting’, seguendo la Prof. Liliana Dozza: “un’istituzione, o meglio un’insieme di istituzioni che fanno della scuola una struttura organizzata dello spazio, del tempo, delle relazioni e regole pensate e definite per creare, per i docenti e per gli allievi, spazi di azione e di pensiero”. Il nostro setting yogico sarà dunque composto da

·         Uno spazio (stanza luminosa) completamente vuoto

·         Un tappetino per la pratica fornito dalla scuola con una coperta personale

·         Non ci sono posti assegnati in sala (liberarsi dalle abitudini di territorio e proprietà, pur mantenendo qualcosa di prorpio)

·         Regole e rituali: le scarpe si lasciano fuori e si mettono a posto in ordine nell’armadietto o scarpiera. Si entra insieme tenendosi per  mano a formare una catena solidale e poi ci si mette in cerchio e ci si saluta con il canto di una o più vocali (armonici) e il sorriso. Poi si sceglie un tappetino, un luogo nello spazio dell’AULA YOGA e vi si colloca sopra la propria copertina (da portare sempre un po’ in ordine da casa). A fine lezione si ripone bene il tappetino con gli altri, si esce con la copertina, si prendono le scarpe e ci si veste senza schiamazzi. In aula anche gli insegnanti cercheranno più di comunicare col corpo o con suoni piuttosto che parole e i bimbi saranno invitati a mantenere il silenzio a favore degli sguardi e della gestualità, così da manifestare meglio le emozioni senza prevaricazione.

·         Tempi: cadenza settimanale, sempre la stessa ora e giorno della settimana, per 50 minuti in tutto (l’uscita fa parte della lezione!).

·         Insegnanti: sempre tutte e due in aula, una magari farà a turno da modella per la pratica mentre l’altra passerà per il gruppo classe per correggere, aiutare, unire. Le insegnanti saranno sensibili ai due aspetti fondamentali: quello ‘paterno’ di prendere decisioni, stabilire alcune regole etc. e quello ‘materno’ che nutre e sostiene.

·         Lo spazio a nostra disposizione sarà un po’ quella ‘terra di nessuno’ da conquistare con il gioco, lo ‘spazio dell’avventura’ in cui cimentarci, crescere nel corpo e nell’anima e aiutare gli altri a condurre insieme l’avventura (siamo tutti sulla nave, nessuno si attarda, arriveremo tutti uniti in porto).

TEMI

In questa dimensione di gioco si svolgeranno movimenti armoniosi (per esempio come nella danza) poi seguiranno sequenze di posizioni (ASANA) con molte pratiche in coppia, per stimolare la condivisione con l’amico: non vale tanto la perfezione della postura quanto l’acquisizione della responsabilità dell’altro, l’aiuto reciproco, insomma quell’aspetto fondamentale della pedagogia yogica che potremmo sintetizzare nella bella frase di Satyananda: “ho bisogno di te per diventare me stesso”. Questo in vista della formazione di un gruppo-classe veramente unito (la stessa nave corsara)…

Il nostro spazio di avventura verrà via via popolato da animali e piante nostrane ed esotiche (le posizioni yogiche fondamentali) da affrontare con adeguate modalità di respirazione (quella che toglie la fatica – enfasi sull’espiro -, quella per concentrarsi – Kapalabhati, ‘cranio lucido’ – quella per purificarsi – Krya pranayama – quella per energizzarsi se stanchi o quella per equilibrare le polarità – Nadi Shodana – fino a quella adatta al riposo del guerriero – samavritti pranayama con ujjai pranayama - etc., sono alcuni esempi, abbozzati così) con gesti che aiutano la conoscenza (jinana mudra) oppure scacciano la paura (abbaya mudra) o incantano i serpenti etc. e sviluppando bene tutti i sensi (inclusi quelli interni, e il sesto…!).

Un accenno ancora ad un punto fondamentale della paideia yogica: i bimbi sono in una fase pre-logica con potenzialità intuitive e un’intelligenza analogica sbalorditive. Lo sviluppo cognitivo del bambino passa e deve passare attraverso la valorizzazione della potenzialità analogica, simbolica, creativa del pensiero di quella mente intuitiva che se coltivata sfocerà nella più pura, adattata, realizzata genialità.

La via olistica della pedagogia yogica è assolutamente al servizio ai bambini dell’indaco per una eco-logia (dall’etimo greco) del corpo come dimora dell’anima.

Noi insegnanti dobbiamo essere, anzi è essenziale il fatto che siamo gioiosamente motivate e desideriamo ardentemente portare la luce dello Yoga ai bimbi, all’Umanità del futuro. La nostra esperienza di incontro con lo Yoga ci ha soprattutto dato una visione, una prospettiva: la vita interiore si collega al concetto di Bhakthi, amore spirituale dell’altro e nel tutto, e quella esteriore si collega alla disciplina e ricerca interiore, non imposta dall’esterno, ma costruita e conosciuta in noi grazie anche alla guida di maestri.

La pedagogia yogica può dare una prospettiva e una finalità positiva cui il bimbo possa aggrapparsi per camminare sicuro nel mondo. Senza dimenticare che, come ho letto in un libro sugli ‘indigo children’: “Ogni bambino che arriva nel mondo ha un regalo da offrire”… vorremmo costruire un ponte, il ponte della spiritualità applicando Bakthi e disciplina yogica perché il bambino possa offrire il suo dono.



Per tutti i genitori che conosco e conoscerò…

un abbraccio di cuore e un invito a salpare sulla nostra nave corsara…

Lago Sereno